Quanto dura un trattamento logopedico?

La durata del trattamento è variabile a seconda del tipo di difficoltà emersa in diagnosi. Da considerare che il logopedista svolge rivalutazioni intermedie ogni 3/6 mesi di lavoro con il bimbo, per monitorare l’andamento dell’intervento, la sua efficacia e i progressi del bambino. Ciò consente di  aggiornare gli obiettivi o decidere insieme alla famiglia la sospenione dello stesso.

A mio figlio è stato diagnosticato un disturbo dell’apprendimento, devo fare un trattamento logopedico?

A mio figlio è stato diagnosticato un disturbo dell’apprendimento, devo fare un trattamento logopedico?

Mio figlio ha la dislessia, cosa fare?

Il trattamento logopedico per uno dei disturbi dell’apprendimento (dislessia, disortografia, discalculia) è indicato a seconda dell’età (generalmente entro la 5° elementare) e sulla base del profilo emerso in diagnosi. In base al profilo del bambino ci sono delle priorità di intervento da seguire, sarà l’equipe diagnostica a stabilire se può essere utile oppure no.

Mio figlio balbetta, quando preoccuparsi?

Se il bambino sta sviluppando il linguaggio una percentuale di bambini può balbettare senza che questo sia un effettivo problema, in quanto, in breve tempo dovrebbe scomparire spontaneamente.

Se la difficoltà persiste oltre i 6 mesi, se il bambino rinuncia a parlare o se in famiglia ci sono altre persone che balbettano o hanno balbettato, è consigliabile rivolgersi ad uno specialista per un approfondimento .

Come influisce il bilinguismo sullo sviluppo del linguaggio?

Il bambino bilingue sviluppa  il linguaggio pressochè in linea con i bimbi monolingui, rispettando le medesime tappe. Sono generalmente presenti alcune peculiarità  in quanto può  mescolare le due lingue nella stessa frase (es. mamma dammi il book).

Anche in caso di ritardi di linguaggio non vi sono indicazioni per una stimolazione esclusiva in italiano, non è infatti controindicata l’esposizione a più lingue, specie se uno dei genitori si esprime in maniera più confortevole nella sua lingua madre, diversa dall’italiano.

Mio figlio non parla, cosa posso fare? Come evolve il linguaggio nei bambini?

È importante sapere che non tutti i bimbi sviluppano il linguaggio negli stessi tempi e con le stesse modalità, esistono infatti bimbi fin da subito molto interessati e incuriositi all’uso della voce e fanno prove usando suoni e sillabe e altri invece che se la prendono un po’ più comoda e fanno slittare le prime fasi di questo allenamento al parlare qualche mese più in la’.

Esistono tuttavia dei traguardi che dovrebbero essere raggiunti dai bambini in certi tempi:

a circa un anno comprendono frasi routinarie e indicano per richiedere,commentare, mostrare, giochi o qualcosa di loro interesse, a 24 mesi dovrebbero avere un vocabolario non inferiore a 50 parole diverse anche se alterate, a circa 30 mesi dovrebbero esserci le prime frasine di due parole (es. mamma pappa, tata vieni) . A tre anni le frasi dovrebbero essere ben strutturate e a 4 anni le parole dovrebbero essere ben articolate. il bambino a questo punto è in grado di parlare “come i grandi”.

Se notate che queste tappe non sono rispettate è bene rivolgersi a degli specialisti per approfondire e aiutare il bambino .

DSL o Disturbi Specifici Di Linguaggio

  1. Perché è importante diagnosticare i DSL?

Tuo figlio ha 2 anni ed ancora dice poche parole (meno di 20)? Tuo figlio ha 3 anni ed ancora usa parole singole per esprimere una frase?? (es “pappa” senza poter dire “ mamma voio pappa”); Tuo figlio ha più di 4 anni ed ancora continua ad avere un linguaggio infantile storpiando la correttezza con cui molte parole devono essere prodotte??? (es nel parlato viene compreso bene dalla mamma ma non dai pari oppure si comprende ma continua a sostituire e/o eliminare suoni di parola spaghetti/paghetti, statua /stauta). In età scolare difficoltà a comprendere un enunciato ascoltato o letto, un concetto e/o una spiegazione, un testo narrativo, un testo di un problema matematico, un comando di un esercizio, la struttura grammaticale di una frase, il significato di vocaboli mediamente conosciuti alla sua età. Sempre in età scolare difficoltà ad esporre in modo adeguato e/o rapido (oralmente e/o per iscritto) il significato di tutti i vocaboli che conosce, i termini specifici alle varie discipline, un concetto che ha appreso e/o una narrazione. Difficoltà a pronunciare parole complesse e/o ad articolare frasi lunghe e grammaticalmente corrette.

Allora potrebbe essere un DSL

 

  1. Cos’è il DSL?

Il DSL è il Disturbo Specifico di Linguaggio

  • Epidemiologia (diffusione): 5-8% in età pre-scolare, 1-2% in età scolare
  • Bassa intelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale (visuo/spaziale)
  • presa in carico di trattamento: logopedista
  • La frequenza del disturbo è più alta nei maschi piuttosto che nelle femmine:2,5 contro 1

 

  1. come diagnostichiamo i DSL?

Diagnostichiamo il DSL come ci indicano le linee guida nazionali e come ci indicato i maggiori manuali diagnostici internazionali.

La modalità diagnostica è di tipo testistico in un rapporto uno ad uno con l’operatore. Lo specialista rileva con il test la prestazione del bambino/ragazzino e la confronta con la prestazione media attesa per età e classe frequentata. E’ tipo un esame del sangue da cui escono risultati oggettivi indicati con **** che aiutano a capire quanto la prestazione si discosta dalla media.

Effettuiamo una valutazione di I e di II livello. Il I livello indica se il bambino/ragazzino ha o non ha una DSL. In caso di negatività diagnostica viene prodotta una certificazione in cui si dice che il bambino/ragazzino NON soddisfa i criteri per DSL In caso di positività al I livello il bambino/ragazzino deve afferire al II livello (valutazione multiprofessionale con all’interno dell’equipe il neuropsichiatra infantile, il neuropsicologo e il logopedista) che permette la stesura della certificazione con indicata sia la conclusione diagnostica esatta che le indicazioni di trattamento utili sia ai genitori che agli insegnanti/professori.

DSAp – Cos’è e in cosa consiste la diagnosi

Perché è importante diagnosticare i DSAp?

Tuo figlio commette molti errori quando legge o scrive? Trova difficoltà nell’imparare a leggere o a scrivere? Spesso quando legge fatica poi a comprendere ciò che ha letto o comunque ci mette più tempo rispetto ad un bambino/ragazzino nella sua età e/o della stessa classe frequentata?? Continua a fare errori ortografici. Molte volte gli è stata spiegata la “regola dell’H” e tutte le volte poi la sbaglia??

Non riesce a fare singole operazioni, fatica nel recuperare velocemente calcoli mentali e le tabelline non è mai riuscito a memorizzarle? Non riesce a memorizzare semplici concetti e spesso manifesta intolleranza verso la scuola e vorrebbe restare a casa? potrebbe essere un DSA.

 

  1. Cos’è il DSA?

Il DSAp è il Disturbo Specifico dell’apprendimento ed in tutto sono 4:

  • Dislessia: disturbo della lettura nella componente di velocità e correttezza in cui vostro figlio legge. La sua lettura è poco fluente in termini di velocità, “scorre male” e/o continua a produrre vari errori e la parola non viene letta così come è scritta.
  • Disortografia riguarda la componente di scrittura in termini di correttezza ortografica. Non entra in gioco come il bambino/ragazzo ha steso un testo in termini di contenuto ma negli errori ortografici che ha prodotto. Ad esempio confonde alcune lettere s/z, f/b, b/d oppure non riesce a memorizzare l’uso delle doppie e degli accenti oppure non memorizza come e quando delle parole devono essere scritte attaccate o staccate (es. l’uomo/luomo; inoltre/in oltre)
  • Disgrafia riguarda la componente di scrittura in termini di qualità di scrittura. In particolare, il bambino/ragazzino ha una scrittura difficilmente leggibile e/o lenta durante l’atto di scrittura. Gli insegnanti e/o professori faticano a correggerli un testo perché non lo decifrano e/o faticano a prendere appunti perché la velocità di scrittura non gli permette di star dietro al parlato.
  • Discalculia: ci sono varie tipologie e difficoltà che possono riguardare:
  1. Difficoltà nel gestire il valore quantitativo del numero (differenza quantitativa fra numeri)
  2. Difficoltà di letto/scrittura del numero (es. “scrivi milleeduecentotrenta” ed il bambino/ragazzino scrive 120030)
  3. Difficoltà nelle procedure delle operazioni scritte (somma, moltiplicazione, sottrazione e divisione). Incolonna male o non si ricorda la procedura dell’operazione e le confonde una con l’altra
  4. Calcoli mentali lenti
  5. Difficoltà a recuperare le tabelline e calcoli semplici (es 5+5) in modo rapido ed ogni volta conta invece di aver memorizzato il risultato.

 

  1. Difficoltà nell’apprendimento: come diagnostichiamo i DSAp?

Diagnostichiamo il DSAp come ci indicano le linee guida nazionali e come ci indicato i maggiori manuali diagnostici internazionali.

La modalità diagnostica è di tipo testistico in un rapporto uno ad uno con l’operatore. Lo specialista rileva con il test la prestazione del bambino/ragazzino e la confronta con la prestazione media attesa per età e classe frequentata. E’ tipo un esame del sangue da cui escono risultati oggettivi indicati con **** che aiutano a capire quanto la prestazione si discosta dalla media.

Effettuiamo una valutazione di I e di II livello. Il I livello indica se il bambino/ragazzino ha o non ha una DSAp. In caso di negatività diagnostica viene prodotta una certificazione in cui si dice che il bambino/ragazzino NON soddisfa i criteri per DSAp. In caso di positività al I livello il bambino/ragazzino deve afferire al II livello (valutazione multiprofessionale) che permette la stesura della certificazione valida ai fini scolastici essendo NUOVAMENTE all’interno dei centri accreditati dalla Regione Toscana per la stesura della diagnosi per DSAp.